Il rubino è la pietra preziosa rossa per eccellenza, la sua tonalità nella versione più pura e preziosa è un rosso intenso con sfumature di porpora, e nella tonalità rosso intenso, comunemente chiamato “sangue di piccione”. Il rubino è una varietà di corindone come lo zaffiro (blu), il padparadscha (arancione), il leucozaffiro (incolore), ametista (viola), e lo zaffiro patmaraga (rosa). Ha una durezza pari a 9 sulla scala di Mohs, e questa caratteristica la rende una pietra preziosa estremamente dura.

La nascita del Rubino

Il rubino si crea in rocce eruttive ed in rocce argillose, i principali giacimenti di Rubini sono in Birmania, Sri Lanka, Thailandia e Mozambico. Il suo colore rosso dipende dalla quantità di cromo e di ferro presenti nella pietra, . Il rubino più conosciuto è il rubino birmano, proveniente da Mogok, che presenta un colore rosso scuro con lievi sfumature bluastre, ed è a livello commerciale il rubino più richiesto e apprezzato in gioielleria. I rubini provenienti dallo Sri Lanka hanno la tendenza ad un colorito più roseo, mentre i rubini che provengono dalla Thailandia, Pakistan e India hanno una tonalità più volta al marrone.

I trattamenti a cui è sottoposto i Rubino

Contrariamente a quanto si possa pensare sin dall’antichità i rubini sono stati sottoposti a trattamenti volti a migliorarne il colore e la saturazione, basti pensare che i rubini ritrovati nella tomba di Tutankhamon (1342 – 1325 a.C.) sono stati esaminati ed il risultato è stato sorprendente: anch’essi hanno subito un’alterazione del colore mediante l’utilizzo del calore. La pratica di utilizzare una fonte di calore per conferire al rubino una tonalità più piacevole è usata sin dall’antichità, ed in commercio si stima che il 90% (fonte GIA) dei rubini abbia subito un lieve trattamento termico. Ovviamente ci sono trattamenti e trattamenti, la maggior parte dei rubini destinati al commercio in Europa vengono selezionati scrupolosamente con un criterio di scelta di pietre che abbiano subito un trattamento leggero, e non una vera e propria manipolazione della pietra e della sua naturalezza. Il trattamento termico che viene tollerato è quello realizzato subito dopo l’estrazione della pietra, prima quindi della sua lavorazione e del taglio; questo modo non è considerato una manipolazione della pietra volta ad ingigantirne il valore, è solamente il metodo migliore per rendere la pietra più apprezzabile naturalmente.

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Il trattamento termico viene imposto a rubini anche a seconda della loro provenienza, infatti a seconda del loro luogo di ordine, queste pietre rispondono o meno al trattamento di calore, merito della percentuale di ferro in essi contenuta. I Rubini provenienti dalla Birmania non rispondono ai trattamenti temici, mentre i rubini provenienti dalla Thailandia e dallo Sri Lanka sono più sottoposti a questo genere di rafforzatura del colore, non andando però ad intaccare la naturalezza della pietra, secondi gli standard qualitativi odierni.

Un trattamento a cui può essere sottoposto il rubino volto a falsificarne il valore, a differenza di un moderato trattamento termico, è il trattamento con vetro al piombo: questo trattamento aumenta la trasparenza e la luminosità del rubino, ma non è permanente per cui la pietra può risultare più fragile nel tempo. Anche il trattamento con oli, tinte e polimeri, sono volti a falsificare il valore della pietra, riempiendo le fratture del rubino in modo da renderla più omogenea e dal colore migliorato, ma anch’esso è un tipo di trattamento che nel tempo si va a perdere, a causa dell’evaporazione, per cui un rubino trattato con oli, tinte o polimeri, nel tempo si vedrà fratturato (come al suo stato naturale) ed opaco.

In sintesi possiamo confermare che da sempre il Rubino è stato oggetto di trattamenti termici, condizione ormai resa nota ed accettata nel mondo dei gioielli, visto che il suo impiego non snatura la pietra preziosa, ma gli conferisce soltanto una tonalità più piacevole; invece non sono tollerati trattamenti volti a falsificarne il valore migliorandone l’aspetto estetico. Fortunatamente nelle nostre vetrine ed in quelle delle gioiellerie europee molto difficilmente giungono pietre abusate da trattamenti non autorizzati.

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